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Rendiconto finanziario delle variazioni del Capitale Circolante Netto (CCN).
Il capitale circolante netto è costituito dalla differenza tra il totale dei valori delle attività correnti e il totale dei valori delle passività correnti. Esso quindi è formato, al netto dei debiti a breve, da un insieme di elementi patrimoniali che sono o , presumibilmente, diverranno “liquidi” entro un breve periodo di tempo, di solito un anno. Il capitale circolante netto è un indice della solidità finanziaria dell’azienda nel breve termine. Le sue variazioni, infatti, , esprimono la capacità della gestione di generare liquidità o attività liquidabili a breve scadenza e l’analisi dei relativi flussi è essenziale per comprendere le ripercussioni che gli andamenti economici della gestione hanno avuto sulla situazione finanziaria dell’azienda. L’analisi dei flussi di capitale circolante netto può contribuire a capire come a fronte di risultati economici largamente positivi possa accompagnarsi un peggioramento della solvibilità dell’azienda, segnalata con una riduzione di capitale circolante netto ( è quando accade quando importanti investimenti in immobilizzazioni siano finanziati con prestiti a breve termine).
In ogni azienda
da cui
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L’attivo circolante netto, come si vede dalla grafica, è uguale e quindi dipende dai debiti a medio/ lungo termine (passività consolidate), dal capitale proprio, dal risultato di esercizio (inteso come differenza fra ricavi e costi del periodo), dalle immobilizzazioni. Variazioni di debiti a lungo termine , di capitale proprio, delle immobilizzazioni comportano variazioni nel capitale circolante netto; ugualmente ricavi e costi (reddito di esercizio) comportano variazioni nel capitale circolante netto. In via di prima approssimazione quindi, per evidenziare le variazioni di CCCN, si potrebbero confrontare i valori di inizio anno di tali elementi con i valori da essi assunti a fine anno.
Noi disponiamo di un bilancio a stati comparati (sono presenti sia i valori al 31.12.n che quelli al 31.12.n-1) e quindi sempre in via di prima approssimazione, analizzando tali dati potremmo dedurre: - se le immobilizzazioni sono aumentate rispetto al periodo precedente, ne abbiamo acquistate di nuove, con relativi esborsi finanziari e quindi il nostro CCN risulterebbe diminuito. - se le immobilizzazioni sono diminuite rispetto al periodo precedente, ne abbiamo vendute alcune, con relativi introiti finanziari e quindi il nostro CCN risulterebbe aumentato.
In sintesi: aumenti di immobilizzazioni potrebbero far diminuire il CCN, diminuzioni di immobilizzazioni potrebbero far aumentare il CCN.
- se il patrimonio netto è diminuito rispetto al periodo precedente, potrebbe significare che ne abbiamo rimborsato una parte, con relative uscite finanziarie e quindi il nostro CCN risulterebbe diminuito. - al contrario, se il patrimonio netto è aumentato rispetto al periodo precedente, potrebbe significare che ci sono stati nuovi apporti, con relative entrate finanziarie e quindi il nostro CCN risulterebbe aumentato.
In sintesi: diminuzioni di patrimonio netto potrebbero far diminuire il CCN, aumenti di patrimonio netto potrebbero far aumentare il CCN.
- se le passività consolidate sono aumentate potrebbe significare che abbiamo ottenuto nuovi prestiti con conseguente entrate di denaro e aumento di CCN. - se invece le passività consolidate sono diminuite potrebbe significare che abbiamo rimborsato prestiti con conseguente uscite di denaro e diminuzione di CCN.
In sintesi: diminuzioni di passività consolidate potrebbero far diminuire il CCN, aumenti di passività consolidate potrebbero far aumentare il CCN.
- Infine i Ricavi dovrebbero comportare entrate finanziarie con conseguente aumento del CCN ed i costi dovrebbero comportare uscite finanziarie con conseguente diminuzioni del CCN.
In sintesi: i ricavi potrebbero comportare aumenti del CCN mentre i costi potrebbero comportare diminuzioni del CCN.
Da quanto sopra si potrebbe dedurre che per trovare le variazioni del CCN basterebbe analizzare le variazioni di debiti a lungo termine , di capitale proprio, del risultato di esercizio, delle immobilizzazioni risultanti da uno stato patrimoniale a stati comparati, prendendo come assunto che:
- Investimenti in immobilizzazioni (aumenti) rappresentano impieghi di risorse finanziarie - Disinvestimenti (diminuzioni) di immobilizzazioni rappresentano fonti di risorse finanziarie - Aumenti di capitale proprio fonti di risorse finanziarie - Diminuzioni di capitale proprio rappresentano impieghi di risorse finanziarie - Aumenti di passività consolidate fonti di risorse finanziarie - Diminuzioni di passività consolidate rappresentano impieghi di risorse finanziarie - Ricavi fonti di risorse finanziarie - Costi rappresentano impieghi di risorse finanziarie
Ma quanto sopra è vero solo in parte per due ordini di motivi:
1. Le variazioni di tali elementi risultanti da uno stato patrimoniale a “stati comparati” potrebbero non rappresentare tutte le variazioni effettive avvenute nel corso dell’anno, in quanto compensazioni da movimenti di segno opposto: - es 1: immobilizzazioni 31.12.n-1 € 250.000 immobilizzazioni 31.12.n € 350.000
la variazione in aumento di € 100.000 potrebbe non significare che si sono acquistate immobilizzazioni per € 100.000 con relativo impiego di fondi per € 100.000; potrebbe essere che la variazione di € 100.000 sia scaturita da due operazioni si segno opposto e cioè un’acquisto per € 180.000 e una vendita per € 80.000 che starebbe a significare una risorsa finanziaria di € 80.000 e un impiego fondi per € 180.000.
- es 2:
mutui passivi 31.12.n-1 € 120.000 mutui passivi 31.12.n € 200.000
la variazione in aumento di € 80.000 potrebbe non significare che sono stati ottenuti ulteriori prestiti per € 80.000 con relative entrate finanziarie per € 80.000; potrebbe essere che la variazione di € 80.000 sia scaturita da due operazioni si segno opposto e cioè l’ottenimento di un nuovo prestito per € 150.000 e il rimborso di una parte del precedente prestito per € 70.000 che starebbe a significare una risorsa finanziaria di € 150.000 e un impiego fondi per € 70.000.
2. l’altro ordine di problemi scaturisce dal fatto che non tutte le variazioni di debiti a lungo termine , di capitale proprio, del risultato di esercizio, delle immobilizzazioni, comportano variazioni del CCN, così come non tutti i costi e non tutti i ricavi comportano variazioni del CCN.
es1: se l’aumento del capitale viene effettuato con un apporto di un fabbricato, a fronte dell’aumento delle immobilizzazioni non corrisponde alcun impiego finanziario con aumento del CCN, così come a fronte dell’aumento del capitale proprio non corrisponde alcuna entrata finanziaria con conseguente aumento del CCN.
es2: alcuni costi (ammortamenti, minusvalenze, ecc. ) non danno luogo a variazioni in diminuzione del CCC; anche alcuni ricavi (costruzioni interne, plusvalenze, ecc.) non danno luogo a variazioni in aumento del CCN.
Ecco quindi che prima di poter trovare le fonti di risorse finanziarie e gli impieghi di attività finanziarie bisogna avere chiaro quali attività patrimoniali e reddituali non comportano variazioni del CCN. |